Produzione in calo per i timori dello scenario-Covid, ma primi segnali di speranza dalle vendite delle Stelle di Natale: i numeri – stima Coldiretti Varese – sono inferiori allo scorso anno, ma nelle settimane di dicembre le vendite hanno registrato numeri positivi (e in qualche caso, alcuni fioristi le hanno addirittura esaurite).
In generale, durante le feste, in quasi una famiglia su due (42%) sarà presente una Stella di Natale. Il dato emerge da un’analisi di Coldiretti/Ixè sugli acquisti verdi degli italiani che approfittano degli ultimi giorni per portare doni a parenti e amici prima del lockdown di Natale.
Quest’anno l’acquisto delle tradizionali piante natalizie – ricorda Coldiretti Varese – ha un significato particolarmente importante sia per portare serenità nelle famiglie sia perché rappresenta una boccata d’ossigeno per i vivai Made in Italy, colpiti duramente dalla pandemia con danni da oltre 1,5 miliardi di euro a causa dei limiti a matrimoni, eventi e cerimonie, con la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro.
L’andamento delle vendite è stabile con prezzi vanno dai 2,5 euro per gli esemplari più piccoli per arrivare anche ai 150 euro degli alberelli più strutturati.
Le stelle di Natale – spiega la Coldiretti – sono divenute protagoniste delle feste grazie al loro colore rosso intenso tipico della festa e alla disposizione delle foglie che le rendono simili ad una cometa, una forma affascinante tanto che il suo nome latino “Euphorbia pulcherrima” significa bellissima.
Anche se non tutti sanno – spiega Coldiretti – che i veri fiori della stella di Natale, pianta originaria del Messico, sono quelli di colore giallo all’interno, mentre le parti di colore rosso non sono altro che foglie che assumono tale colorazione in particolari periodi dell’anno.
Solitamente, tali brattee sono rosse, ma possono essere anche rosa o bianche e tendono, per motivi fisiologici, a cadere dopo le feste, verso la primavera. Ma questo non vuol dire che sia morta, infatti bastano alcuni accorgimenti per averla ancora in casa l’anno dopo: quando la pianta rimane “nuda” – spiega la Coldiretti prealpina – è importante mantenerla all’ombra, lontana da luoghi dove possa ricevere luce artificiale (lampadine, televisioni) perché si tratta di una pianta “brevidiurna” che fiorisce in conseguenza di un adeguato periodo trascorso con un basso numero di ore di luce
. Durante il periodo primaverile – informa la Coldiretti – è opportuna una potatura e un trasloco in terrazzo per poi farla rientrare in case verso ottobre/novembre in un ambiente poco luminoso (8 ore massimo di luce al giorno) al fine di facilitare la crescita di nuovi rami e foglie che assumeranno il caratteristico colore rosso.
Questa pianta – conclude Coldiretti – predilige concimazioni a base di potassio e fosforo, soprattutto nel periodo autunno invernale.